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Atlantide

Atlantide

Sarebbe più giusto intitolare questa pagina “Atlantide: tra mito e realtà …“. Il mito, o meglio, la mitistoria di Atlantide è infatti molto complessa: la sua conoscenza la dobbiamo grazie agli scritti di Platone, nei dialoghi di Timeo (II) e Crizia. Nella mitologia europea è un isola nel mare Atlantico, distrutta da un’ondata o da un maremoto; secondo il filosofo greco, un’isola lungo le coste del Marocco che tentò di assoggettare i suoi vicini, ma venne sconfitta da Atene e poi distrutta. Le due storie comunque hanno in comune solo quest’ultimo aspetto: la distruzione cioè dell’isola; per il resto, sono molto diverse: per noi Europei era la sede di una magnifica civiltà, che forse avrebbe costruito le piramidi egiziane e scoperto l’America; per i Greci antichi, un impero militarmente potente con volontà di espandersi. Come possiamo notare, la base storica dei miti è abbastanza diversa, almeno nei contenuti fondamentali.

Sicuramente il racconto più popolare resta quello di Platone: a narrare la storia è Crizia, grande oratore greco, da lui udita dal proprio avo, che l’aveva a sua volta appresa da Solone, e questi da un sacerdote egiziano; l’ambito cronologico torna indietro rispetto al momento del discorso di ben 9000 anni: è questo il motivo per cui nonostante l’impresa fosse la “più meravigliosa di questa repubblica, […] la memoria sua non bastò fino a noi”.

Le attuali conoscenze archeologiche non ci permettono in alcun modo di ipotizzare l’esistenza di una grande città greca “eccellentissima in arme, e in tutto governata a leggi bonissime”: anzi, non abbiamo elementi che ci facciano immaginare anche solo l’immagine di una civiltà (almeno secondo i nostri canoni di civiltà) nel territorio attualmente chiamato Grecia. Quasi impossibile collocare l’Atlantide di Platone: il filosofo ci ricorda infatti che l’estensione dell’isola era “più grande che la Libia e l’Asia insieme” (evidentemente nella loro estensione allora conosciuta): le ricognizioni geologiche e non, sul suolo marino non hanno finora individuato nessuna isola sommersa di notevoli dimensioni che ci faccia pensare ad Atlantide. Le ipotesi finora avanzate la pongono dell’Oceano Glacile Artico, tra le isole vulcaniche delle Azzorre, Canarie e Capo Verde, per citare solo le più famose. Una delle ultime vuole individuare la presenza del mito di Atlantide nell’isola di Santorini, lungo le coste della Grecia: qualche millennio fa infatti, un’immane eruzione di un vulcano (le cui tracce sono state ritrovate perfino nei carotaggi effettuati nell’Antartico!), creò una serie di terremoti e maremoti che fece sprofondare la suddetta isola. A rafforzare questa ipotesi, la posizione di Santorini rispetto alla Grecia: ora, immaginare allo scontro armato di villaggi più o meno confinanti diviene molto meno problematico, rendendo questa ipotesi effettuata da uno studioso russo tra le più credibili degli ultimi tempi.

L’attenta analisi dei testi originali di Platone in cui si parla di Atlantide, ci consente di confutare molti dei particolari narrati dal filosofo. Almeno cronologicamente quello di Platone è una storia favolosa: ma forse i racconti degli anziani Greci di allora un fondo di verità lo avevano, almeno nelle trame principali. La possibilità di collocare Atlantide nel mezzo dell’Oceano Atlantico (da cui tra l’altro deriva il nome) è quasi certamente da escludere, così come la possibilità di contatti da essa favoriti tra le civiltà mesoamericane e quelle europee ed egizia in particolare.

Ultimamente, un’altra fantasia ci ha indotto a ragionare sulla possibilità che una civiltà aliena avesse fondato la città di Atlantide, e sparso in tutto il mondo le piramidi, tentando di spiegare con ciò la buona somiglianza che queste costruzioni hanno in tutte le civiltà che le hanno adoperate. Anzitutto, pur ammettendo con buona certezza l’esistenza di altri mondi abitati, cosa ci spinge ad avere l’assoluta certezza che queste civiltà aliene siano tecnologicamente tanto più avanzate di noi tali da navigare nello spazio e sovvertire i principi della fisica sulla durata dei viaggi interstellari? Probabilmente queste civiltà si trovano ancora nell’età della pietra, ben lontane dall’essere capaci di viaggiare nello spazio!!! Entrambe le ipotesi sono ugualmente valide, in mancanza di prove sicure. Inoltre, la documentazione disponibile, e le capacità tecniche raggiunte dagli Egiziani non ci consentono di dubitare sulle loro possibilità di costruire questi grandi monumenti oggi ancora in piedi. Da ultimo, la base geometrica di costruzione della piramide è unica, e comunque ogni civiltà le ha costruite secondo i propri canoni e le proprie esigenze, con decorazioni assolutamente non accostabili e per usi ancora più assolutamente diversi (per gli Egizi erano le tombe dei Faraoni, per i Maya luoghi dove praticare sacrifici umani agli dei!)