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Record di fotografie di notturni e astrofotografia

Record di fotografie di notturni e astrofotografia

Clicca per ingrandireQuando circa 4 anni fa creai il gruppo su Flickr dedicato alle fotografie di notturni e astrofotografia non avrei immaginato che avrebbe raggiunto un simile traguardo.

Il pool del gruppo su Flickr infatti è composto da oltre 2500 fotografie, grazie al contributo di circa 360 utenti iscritti: un vero record.

Per quanto mi riguarda, da parecchio tempo a questa parte, non ho avuto più molto tempo da dedicare né alla cura del gruppo né alla fotografia sul campo, ma conto di recuperare il tempo perduto al più presto!

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Flickr.com :: Notturni e Astrofotografia

Flickr.com :: Notturni e Astrofotografia

Notturni e AstrofotografiaSono trascorsi appena 2 mesi da quando è nata l’idea di creare un nuovo gruppo italiano sul celebre www.flickr.com dedicato alle fotografia di Notturni e di Astrofotografia, per riempire un vuoto, dal momento che manca in Italia un gruppo di riferimento in questo genere di fotografie.
Abbiamo notato una partecipazione spontanea ed interessata da parte dei fotografi e dei semplici visitatori, nonostante non sia stata fatta nessuna pubblicità  al gruppo stesso.

La pagina web dedicata al gruppo Notturni e Astrofotografia è la seguente: http://www.flickr.com/groups/notturni/

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Il mondo delle WebCam astronomiche

Il mondo delle WebCam astronomiche

Indice rapido:


Introduzione. Le webcam si collegano facilmente al telescopio, svitando l’obiettivo delle stesse e usando un raccordo filettato del diametro di 31.8 mm (lo stesso diametro del porta oculari). Si possono riprendere immagini al fuoco diretto del telescopio o con la tecnica della proiezione dell’oculare (che produrrà  un’immagine certamente più ingrandita). In quest’ultimo caso è molto consigliato acquistare un apposito adattatore (tipo tele-extender).

Le WebCam Philips Vesta e Vesta Pro
sono state le prime e le più usate dagli astrofili per le riprese astronomiche. Cerchiamo di capire assieme il motivo di cotanto successo. Esse possiedono una serie di caratteristiche che le rendono particolarmente adatte a tale particolare applicazione. Tra le più importanti:

  • obiettivo svitabile che permette un semplice adattamento al porta-oculari del telescopio;
  • il modello Vesta Pro possiede un frame-rate (numero di fotogrammi al secondo) molto rapido (fino a 30 fotogrammi al secondo) che lo rende molto utile nella ripresa planetaria;
  • il sensore CCD della Sony ha una buona risoluzione ed un basso rumore;
  • in Internet sono facilmente reperibili driver aggiornati e software specializzati sia nella ripresa delle immagini che nella successiva elaborazione delle stesse.

Tuttavia queste webcam attualmente non sono più in produzione né in commercio, essendo state sostituite da altri modelli quali la Philips Toucam Pro, che comunque sono molto simili alle precedenti. La TouCam è stata definita, secondo la casa, di alto livello, grazie ad un sensore CCD in grado di lavorare anche a bassa luminosità e di riprendere immagini con risoluzione di un megapixel.

Una piccola webcam impiegata insieme ad un buon telescopio, può portare a risultati sorprendenti almeno sul Sistema Solare, in cui i migliori Astro Imagers hanno ottenuto immagini di alto livello, superando in molti casi, livelli di dettaglio precedentemente ottenuti con le normali (e costose..) camere CCD astronomiche. L’uso delle webcam per la ripresa del cielo profondo al contrario è limitata dal software di base che non consente di impostare tempi di posa sufficientemente lunghi per registrare la debole luce di questi oggetti. Inoltre anche allungando i tempi il rumore elettronico si rende evidente, mancando un sistema di raffreddamento del sensore. Esistono tuttavia software speciali che consentono di allungare i tempi di posa rispetto a quelli standard e così di sommare molte immagini dopo averle memorizzate sul disco fisso del computer.

L’ultima arrivata in casa Philips è la Toucam Pro II, di cui sono felice possessore, a partire dal 30 marzo 2005.

La seguente immagine rappresenta il mio primo mosaico lunare, realizzato sovrapponendo 5 immagini distinte ottenute sommando ognuna diversi frame. Non c’è stata alcuna particolare elaborazione né trattamento con programmi di fotoritocco. Le riprese sono state effettuate in condizioni di scarso seeing.

 

Mosaico terminatore

Data di ripresa: 21 maggio 2005. Località: Campoatino (FR). Telescopio: RIFRATTORE APOCROMATICO 25cm f/9

Altre singole immagini ottenute con la webcamdi seguito:

 

Montes Appenninus sul terminatore

Data di ripresa: 16/04/2005. Località: Frosinone. Telescopio: RIFRATTORE ACROMATICO 12cm f/8.3

 

Crateri Tycho + Maginus

Data di ripresa: 26/08/2005. Località: Campocatino (FR). Telescopio: RIFRATTORE APOCROMATICO 25cm f/9

 

Crateri Alphonsus – Arzachel – Purbach – Regiomontanus

Data di ripresa: 26/08/2005. Località: Campocatino (FR). Telescopio: RIFRATTORE APOCROMATICO 25cm f/9

Ed ecco arrivare il mio secondo mosaico lunare. Precisamente èsoltanto la prima parte di tutto il terminatore ripreso. La seconda parte verrà pubblicata a breve, non appena avrò finito di elaborare i relativi filmati. Il mosaico attualmente è formato da ben 10 singole immagini, ognuna risultato della somma di 150 frames.

Mosaico terminatore

Data di ripresa: 26 agosto 2005. Località: Campocatino (FR). Telescopio RIFRATTORE APOCROMATICO25cm f/9

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Tecniche di Ripresa per la Fotografia Astronomica

Tecniche di Ripresa per la Fotografia Astronomica

Le tecniche di ripresa in materia di fotografia astronomica sono tante e tali che ogni astrofilo potrà  trovare, con un po’ di pratica e con un po’ di sperimentazione, quella che si confà  alle proprie esigenze.

Ci sono vari metodi utilizzabili sia per la fotografia chimica che per quella digitale. Ritengo, personalmente, che quella chimica abbia ancora molto da dire soprattutto nel campo della fotografia deep-sky. La fotografia digitale, invece, promette molto bene in fatto di semplicità  d’uso nonché di risultati. Attualmente però i risultati (non mi riferisco ai CCD raffreddati) sono paragonabili alle riprese chimiche. Continua a leggere Tecniche di Ripresa per la Fotografia Astronomica

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Astrofotografia

Astrofotografia

Introduzione.

E’ difficile che un appassionato di fotografia non abbia mai puntato l’obiettivo verso il cielo stellato. Chiunque può fotografare le stelle a patto che l’apparecchio sia provvisto di posizione B per l’otturatore, affinché l’otturatore rimanga aperto per il tempo necessario a poter riprendere i soggetti scelti. Ciò è molto importante poiché la maggior parte delle fotografie notturne richiede tempi di posa nell’ordine di diversi secondi e spesso di parecchi minuti. Per far sì che il pulsante rimanga premuto si usa un cosiddetto “scatto flessibile” con un sistema di bloccaggio a vite, o similare. Questo anche per evitare ogni minima vibrazione che quasi sempre può rovinare le foto; infatti il corpo macchina deve restare il più possibile fermo, senza vibrazione alcuna, pena un mosso evidente. Quasi tutti i nuovi apparecchi attualmente in commercio hanno lo svantaggio di avere gli otturatori funzionanti a batterie. Il rischio è che a causa del freddo notturno esse possano consumarsi in fretta e venire meno proprio durante una lunga posa. Molti astrofotografi preferiscono affidarsi a strumenti fotografici di tipo reflex 35 mm, manuali e meccaniche, le quali consentono di cambiare liberamente gli obiettivi fotografici e quindi il campo ripreso, impostando l’apertura del diaframma e la posa a proprio piacimento. Macchine del genere che più si adattano alle esigenze astronomiche sono, tra le altre, la Yashica FX-3 Super 2000 (reflex analogica a pellicola) o la CANON Eos 450D (reflex digitale), entrambe possedute dal sottoscritto.

Altro fattore fondamentale per la fotografia astronomica è l’utilizzo di un treppiede fotografico, per non tenere in mano il corpo macchina. E’ anche indispensabile operare sempre sotto cieli scuri, lontani cioè dai bagliori delle città  e dal loro fastidioso inquinamento luminoso. Le immagini ravvicinate di Luna, Sole e pianeti, oppure di una nebulosa, richiedono una ripresa attraverso il telescopio. Per tutte le altre invece bastano obiettivi standard o “lunghi” (teleobiettivi). Solitamente quelli con lunghezze focali fisse sono di qualità migliore e più “luminosi”, cioè più “aperti”, questo a causa di un minor numero di lenti all’interno, rispetto ad un obiettivo zoom, che quindi è da sconsigliare.

Un astrofotografo dovrebbe possedere almeno 3 obiettivi fissi:

  1. con un ampio campo (wide-angle) cioè con una lunghezza focale compresa tra 24 e 35 mm;
  2. con un campo “normale”, focale intorno a 50-55 mm;
  3. un piccolo teleobiettivo (tra 85 e 200 mm di focale).

Scegliere sempre obiettivi rapidi, con un rapporto focale massimo di f/2 o f/2,8.

Argomento pellicole per uso astronomico.

La velocità  di una pellicola (indicata dal suo valore di ISO) ci dice quanto velocemente essa reagisce alla luce. Le pellicole più rapide consentono tempi di posa più brevi, anche se purtroppo tendono a produrre immagini con grana più grossa. Le immagini più luminose, che riprendono per esempio paesaggi crepuscolari, oppure soggetti brillanti come Luna e Sole riescono meglio su pellicole a grana fine con un valore ISO da 50 a 100. L’esperienza personale mi ha portato a scegliere la serie SUPERIA della Fuji (400 e 800 ISO) che ho potuto apprezzare per gli ottimi colori e una buona grana.

Come diventare astrofotografo.

Cosa fotografare.

I seguenti argomenti saranno approfonditamente trattati al più presto.

Costellazioni.

Non molti sanno che bastano circa 30 secondi di posa per poter riprendere agevolmente le figure delle costellazioni, prima che il moto delle stelle cominci ad essere visibile, il che renderebbe le stesse non più puntiformi.

Scie stellari (star-trails).

Si tratta di riprendere il moto delle stelle, magari affiancandolo ad un paesaggio o ad un soggetto in primo piano. Le pellicole più usate per questo genere di riprese vanno da una sensibilità  di 100 ISO fino a 400 ISO. I tempi di posa spaziano da un minimo di 5 minuti ad un massimo di 30 minuti, con un’apertura di f/4. Molto dipende dalla luminosità  del cielo: se è chiaro (presenza di inquinamento luminoso, luce della Luna o crepuscolo) non è consigliabile allungare troppo i tempi di ripresa; se si opera invece sotto cieli più scuri (ad esempio in montagna) ci si può spingere a tempi lunghi. Con un’apertura di f/8 la ripresa può durare anche tutta la notte. Tale possibilità  è da tener in considerazione, ad esempio, in autunno se si è intenzionati a riprendere il circolo delle stelle intorno alla Stella Polare, dato che questo è il periodo dell’anno più indicato.

Immagini al chiaro di Luna.

Per l’astrofilo comune la Luna Piena è sinonimo di “ostacolo” per l’osservazione del cielo profondo (deep-sky) che vede protagoniste galassie, nebulose e ammassi stellari ecc. Tuttavia la Luna, illuminando quasi a giorno, può dar vita a spettacolari panorami. Tempi di posa di 40 secondi e apertura f/2.8, con pellicole da 400 ISO ci permetteranno di documentare un simile magico paesaggio.

Scene al crepuscolo.

Il Sole è appena tramontato, pian piano le tenebre prenderanno il posto della luce del giorno. In tale lasso di tempo, mentre è in atto il crepuscolo serale possono essere scattate fotografie memorabili, mescolando la luce del crepuscolo, eventuali nuvole ed altri elementi come alberi o monumenti e perché no anche stelle e pianeti.

Aurore polari.

Il fenomeno delle aurore polari è estremamente famoso ma altrettanto raro da vedere alle nostre latitudini. Esse sono visibili in determinati periodi dell’anno soprattutto nelle regioni del nord Europa.

Meteore.

Satelliti artificiali.