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Astrofotografia

Astrofotografia

Introduzione.

E’ difficile che un appassionato di fotografia non abbia mai puntato l’obiettivo verso il cielo stellato. Chiunque può fotografare le stelle a patto che l’apparecchio sia provvisto di posizione B per l’otturatore, affinché l’otturatore rimanga aperto per il tempo necessario a poter riprendere i soggetti scelti. Ciò è molto importante poiché la maggior parte delle fotografie notturne richiede tempi di posa nell’ordine di diversi secondi e spesso di parecchi minuti. Per far sì che il pulsante rimanga premuto si usa un cosiddetto “scatto flessibile” con un sistema di bloccaggio a vite, o similare. Questo anche per evitare ogni minima vibrazione che quasi sempre può rovinare le foto; infatti il corpo macchina deve restare il più possibile fermo, senza vibrazione alcuna, pena un mosso evidente. Quasi tutti i nuovi apparecchi attualmente in commercio hanno lo svantaggio di avere gli otturatori funzionanti a batterie. Il rischio è che a causa del freddo notturno esse possano consumarsi in fretta e venire meno proprio durante una lunga posa. Molti astrofotografi preferiscono affidarsi a strumenti fotografici di tipo reflex 35 mm, manuali e meccaniche, le quali consentono di cambiare liberamente gli obiettivi fotografici e quindi il campo ripreso, impostando l’apertura del diaframma e la posa a proprio piacimento. Macchine del genere che più si adattano alle esigenze astronomiche sono, tra le altre, la Yashica FX-3 Super 2000 (reflex analogica a pellicola) o la CANON Eos 450D (reflex digitale), entrambe possedute dal sottoscritto.

Altro fattore fondamentale per la fotografia astronomica è l’utilizzo di un treppiede fotografico, per non tenere in mano il corpo macchina. E’ anche indispensabile operare sempre sotto cieli scuri, lontani cioè dai bagliori delle città  e dal loro fastidioso inquinamento luminoso. Le immagini ravvicinate di Luna, Sole e pianeti, oppure di una nebulosa, richiedono una ripresa attraverso il telescopio. Per tutte le altre invece bastano obiettivi standard o “lunghi” (teleobiettivi). Solitamente quelli con lunghezze focali fisse sono di qualità migliore e più “luminosi”, cioè più “aperti”, questo a causa di un minor numero di lenti all’interno, rispetto ad un obiettivo zoom, che quindi è da sconsigliare.

Un astrofotografo dovrebbe possedere almeno 3 obiettivi fissi:

  1. con un ampio campo (wide-angle) cioè con una lunghezza focale compresa tra 24 e 35 mm;
  2. con un campo “normale”, focale intorno a 50-55 mm;
  3. un piccolo teleobiettivo (tra 85 e 200 mm di focale).

Scegliere sempre obiettivi rapidi, con un rapporto focale massimo di f/2 o f/2,8.

Argomento pellicole per uso astronomico.

La velocità  di una pellicola (indicata dal suo valore di ISO) ci dice quanto velocemente essa reagisce alla luce. Le pellicole più rapide consentono tempi di posa più brevi, anche se purtroppo tendono a produrre immagini con grana più grossa. Le immagini più luminose, che riprendono per esempio paesaggi crepuscolari, oppure soggetti brillanti come Luna e Sole riescono meglio su pellicole a grana fine con un valore ISO da 50 a 100. L’esperienza personale mi ha portato a scegliere la serie SUPERIA della Fuji (400 e 800 ISO) che ho potuto apprezzare per gli ottimi colori e una buona grana.

Come diventare astrofotografo.

Cosa fotografare.

I seguenti argomenti saranno approfonditamente trattati al più presto.

Costellazioni.

Non molti sanno che bastano circa 30 secondi di posa per poter riprendere agevolmente le figure delle costellazioni, prima che il moto delle stelle cominci ad essere visibile, il che renderebbe le stesse non più puntiformi.

Scie stellari (star-trails).

Si tratta di riprendere il moto delle stelle, magari affiancandolo ad un paesaggio o ad un soggetto in primo piano. Le pellicole più usate per questo genere di riprese vanno da una sensibilità  di 100 ISO fino a 400 ISO. I tempi di posa spaziano da un minimo di 5 minuti ad un massimo di 30 minuti, con un’apertura di f/4. Molto dipende dalla luminosità  del cielo: se è chiaro (presenza di inquinamento luminoso, luce della Luna o crepuscolo) non è consigliabile allungare troppo i tempi di ripresa; se si opera invece sotto cieli più scuri (ad esempio in montagna) ci si può spingere a tempi lunghi. Con un’apertura di f/8 la ripresa può durare anche tutta la notte. Tale possibilità  è da tener in considerazione, ad esempio, in autunno se si è intenzionati a riprendere il circolo delle stelle intorno alla Stella Polare, dato che questo è il periodo dell’anno più indicato.

Immagini al chiaro di Luna.

Per l’astrofilo comune la Luna Piena è sinonimo di “ostacolo” per l’osservazione del cielo profondo (deep-sky) che vede protagoniste galassie, nebulose e ammassi stellari ecc. Tuttavia la Luna, illuminando quasi a giorno, può dar vita a spettacolari panorami. Tempi di posa di 40 secondi e apertura f/2.8, con pellicole da 400 ISO ci permetteranno di documentare un simile magico paesaggio.

Scene al crepuscolo.

Il Sole è appena tramontato, pian piano le tenebre prenderanno il posto della luce del giorno. In tale lasso di tempo, mentre è in atto il crepuscolo serale possono essere scattate fotografie memorabili, mescolando la luce del crepuscolo, eventuali nuvole ed altri elementi come alberi o monumenti e perché no anche stelle e pianeti.

Aurore polari.

Il fenomeno delle aurore polari è estremamente famoso ma altrettanto raro da vedere alle nostre latitudini. Esse sono visibili in determinati periodi dell’anno soprattutto nelle regioni del nord Europa.

Meteore.

Satelliti artificiali.