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La tempesta perfetta

Frosinone (FR), 3 settembre 2005 – Il mio programma della serata era andare all’Osservatorio di CampoCatino per effettuare delle riprese del Pianeta Marte, essendo da poco entrato in possesso di un filtro IR/UV cut della tedesca Baader. Avrei voluto allenarmi in modo da non arrivare impreparato all’appuntamento con l’opposizione di Marte dei prossimi mesi. Questo sarà  il mio primo Marte ripreso con la Webcam, nel 2003 avevo tentato senza tanta fortuna con la Digicam (senza raccordo o tele-extender).

In questi ultimi giorni, le condizioni meteo sono state un pò varie: mattina serena e calda, pomeriggio (conseguenza della grande umidità) con formazione di temporali e rovesci, sera variabile. Stamane le temperature erano molto alte e per il pomeriggio le previsioni davano temporali sulla Ciociaria. E così è stato …e anche di più. Il temporale ha cominciato a formarsi verso le ore 18:00 e gli ultimi tuoni li ho avvertiti verso le 22:00.. l’evento però è stato speciale oltre ogni previsione perché verso le ore 21:20 su Frosinone c’era solo una delicata pioggia e ciò mi ha consentito di godere dell’autentico spettacolo che si stava tenendo in ogni direzione la vista consentiva, intorno alla mia postazione.

Sono rimasto a bocca aperta per tutto il tempo, notando che i fulmini visibili sull’orizzonte si susseguivano al ritmo di 1 ogni 2-3 secondi; a volte i fulmini raggiungevano dimensioni notevoli e si sviluppavano tra nubi diverse oltre ad avere origini multiple che percorrevano tutto il cielo… uno spettacolo mozzafiato. Tuttavia, col passare del tempo, è cresciuto in me il rammarico dato che ormai sono 2 mesi che la mia Olympus C-4000Z è fuori uso, presentando un errore durante la lettura della memory card e di fatto non mi ha consentito di effettuare foto (i 2 temporali ripresi precedentemente con la digicam in cui ho catturato meno di 10 fulmini in mezz’ora non sarebbero stati niente in confronto a questo); potenzialmente avrei potuto catturare un fulmine, grande e luminoso, con tempi di posa nell’ordine di pochi secondi per complessivi. Ho pensato anche di usare la Yashica, la mia fotocamera meccanica tradizionale, tuttavia c’era l’incognita di non poter vedere subito il risultato, infatti temevo che il chiarore del fondo cielo (dovuto a continui fulmini che si sviluppavano in tutte le direzioni) avrebbe saturato presto il fotogramma se non avessi scelto oculatamente il diaframma corretto.

In conclusione rimane l’amarezza di aver perso la grossa opportunità è di documentare fotograficamente un evento che ha dell’incredibile e che solo un’altra volta nella mia vita ho avuto occasione di seguire (poco meno di 3 anni fa).