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Installare gPhoto2 per gestire dal pc la CANON EOS-450D

INFOEsperienza svolta su un sistema Ubuntu Hardy Heron 8.10 32bit.

GPhoto2 è un ottima applicazione in grado di gestire le moderne fotocamere digitali, reflex comprese, in ambiente linux.
Lungo il tragitto della compilazione di GPhoto2 sul mio pc mi sono imbattuto nella mancanza dei seguenti pacchetti, che pertanto consiglio di far trovare già sul sistema, prima dell’installazione che andremo ad effettuare tra poco. Continua a leggere Installare gPhoto2 per gestire dal pc la CANON EOS-450D

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Installare Rawstudio e Qtpfsgui su GNU/Linux

INFO Esperienza svolta su un sistema Ubuntu 8.10 Hardy Heron 32bit.

Oggi vediamo come installare Rawstudio e Qtpfsgui, due importanti applicazioni opensource per gestire, rispettivamente, le immagini in formato RAW e i lavori in HDR. Continua a leggere Installare Rawstudio e Qtpfsgui su GNU/Linux

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Gli albori di una passione

Sono ormai parecchi giorni che dentro me si è riaccesa la mia prima vera passione, che ho avuto fin da piccolo,  vale a dire la Fotografia.

Ho scattato la mia prima fotografia all”età di 23 mesi. Era la primavera del 1984, un inverno molto rigido portò la neve a Frosinone. A quei tempi in famiglia l’unica fotocamera a disposizione era una Kodak INSTAMATIC 133-X del 1969, un modello automatico, facile da usare. Continua a leggere Gli albori di una passione

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La Bencini Comet II del ’62

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Ricordo sempre quando i miei genitori mi raccontavano che, durante il loro viaggio di nozze nel 1962, acquistarono a Roma (P.za Vittorio) una fotocamera Comet II della Bencini CMF (Costruzioni Meccaniche Fotografiche).

Ho sempre desiderato poterla avere tra le mani, invece devo accontentarmi di scriverci un semplice articolo. Continua a leggere La Bencini Comet II del ’62

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Flickr.com :: Notturni e Astrofotografia

Flickr.com :: Notturni e Astrofotografia

Notturni e AstrofotografiaSono trascorsi appena 2 mesi da quando è nata l’idea di creare un nuovo gruppo italiano sul celebre www.flickr.com dedicato alle fotografia di Notturni e di Astrofotografia, per riempire un vuoto, dal momento che manca in Italia un gruppo di riferimento in questo genere di fotografie.
Abbiamo notato una partecipazione spontanea ed interessata da parte dei fotografi e dei semplici visitatori, nonostante non sia stata fatta nessuna pubblicità  al gruppo stesso.

La pagina web dedicata al gruppo Notturni e Astrofotografia è la seguente: http://www.flickr.com/groups/notturni/

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Il ritratto

Il ritratto

L’attrezzatura

L’attrezzatura adatta al ritratto può essere infinita; ogni professionista dispone di un considerevole numero di strumenti e accessori, ma molto spesso finisce per utilizzarne solamente due o tre. Un buon dilettante potrà  avere ottime soddisfazioni pur senza mantenere un sofisticato atelier. Sarà  particolarmente utile quindi avere una panoramica degli strumenti più comunemente usati, tra i quali sarete voi a dover scegliere, compatibilmente con le vostre tasche.
Ottime per il ritratto sono le diffusissime fotocamere 35 mm, soprattutto quando per tale scopo si montino gli obiettivi più adatti. L’esercizio del ritratto non è però escluso a chi non possieda una fotocamera dotata di obiettivo intercambiabile, dette appunto ad obiettivo fisso.

Bisognerà  però tenere conto di alcuni piccoli accorgimenti:

1, non avvicinarsi troppo al soggetto;

2, curare molto l’eleganza della posizione della figura;

3, fare in modo che l’attenzione di chi guarderà  la foto sia attratta dall’insieme degli elementi che compongono l’inquadratura, in modo che non sia indispensabile una perfetta definizione dei dettagli;

4, non pensare ad un ingrandimento molto spinto.
Diamo qui di seguito le lunghezze focali in mm. degli obiettivi per queste fotocamere: il grandangolare (28mm) e il corto fuoco (35mm), si usano solo nei rari casi in cui si voglia ottenere un effetto grottesco, poiché questi obiettivi esaltano la prospettiva, riprendendo con un angolo di visuale più o meno ampio (gli elementi più vicini all’obiettivo di conseguenza appaiono molto più grandi degli elementi più distanti); l’obiettivo cosiddetto “normale” (50mm), in genere compreso nella dotazione standard, è adatto al ritratto a condizione che non lo si usi troppo vicino al soggetto: conviene usarlo ad almeno 1 metro e mezzo di distanza e poi ingrandire in fase di stampa (quest’obiettivo in ogni caso è un po’ il jolly utile per tutti gli usi); l’obiettivo a lungo fuoco 80-135mm, ma non il teleobiettivo), è certo l’ideale: permette di dare un immagine del volto – se si desidera il primo piano – che occupa una grande parte del fotogramma, isola discretamente il volto dallo sfondo che rende ancora più sfocato se il diaframma è molto aperto, creando un gradevole effetto e ammorbidendo, nello stesso tempo, certi particolari del viso (rughe, pori, ecc) che un diaframma più chiuso renderebbe in modo impietoso. L’obiettivo a fuoco lungo inoltre, ci dà una giusta proporzione fra i vari elementi che compongono il volto, e ci restituisce una immagine del soggetto più vera, più simile a come siamo abituati a vederla con gli occhi: è forse l’ideale per il ritratto fotografico “professionale”.
Passiamo ora a considerare gli accessori essenziali per il ritratto, tra i quali è bene ricordare: il filtro diffusore soft), che attenua il potere risolvente dello obiettivo, senza però peggiorare la qualità  plastica dell’immagine. In commercio ne esistono tantissimi e con varie gradazioni di flou, cross screen, ecc. L’effetto flou (come una sottile rete interposta tra fotografo e soggetto), può essere ottenuto anche semplicemente applicando un pezzo di calza di nylon ben tesa davanti all’obiettivo e fissata con un elastico; il cavalletto, uno strumento per il ritratto classico “studiato”, cioè “in posa”; è bene sia abbastanza solido, con una colonnina centrale elevabile e testa inclinabile nei due sensi. In commercio ne esistono di vario tipo: sui 30€ sono ottimi per gli amatori (ai quali non serve certo l’ultimo ritrovato in fatto di tecnologia… pure parecchio costoso), anche se alle volte è meglio spendere qualcosina in più per poter contare su un treppiede veramente affidabile e con le frizioni ben dimensionate, specialmente se si adoperano macchine pesanti; lo scatto flessibile è utile per evitare che la macchina fissata al cavalletto sia soggetta a scosse; meno interessanti per gli amatori sono i pannelli riflettenti di polistirolo o argentati opachi, pure in grado comunque di dare se ben usati un validissimo supporto; un flash usato in esterno avrà  lo stesso effetto, anche se più consistente, di un pannello riflettente e sarà  utilissimo per schiarire le ombre specie con sole alto; per calcolare una esatta esposizione conviene usare l’esposimetro: chi non lo possedesse può trovare un valido aiuto nelle istruzioni inserite nelle confezioni delle pellicole, mentre è praticamente inutile per le digitali,anche di basso livello, con le quali si può controllare qualsiasi aspetto legato alla luce e non solo.
Anche per fotografare le persone valgono alcuni criteri essenziali circa la scelta delle pellicole sia in bianco e nero che a colori. È noto che le pellicole in bianco e nero di bassa (fino a 50 Asa) e media sensibilità (da 50 a 160 Asa) richiedono tempi di esposizione più lunghi (o diaframmi più aperti) ma hanno il pregio, specie nel formato 35mm, di avere una grana più fine, e quindi hanno maggiore “definizione”. Questa prerogativa è apprezzabile soprattutto quando il ritratto deve essere molto ingrandito. Le pellicole cosiddette rapide (da 160 fino a 400 Asa) permettono di scattare istantanee anche in cattive condizioni di luce, ma possono presentare una immagine con la grana molto evidente. Tutto ciò può tuttavia essere utilizzato in maniera creativa, segnando il volto con ombre ad effetto drammatico, o costituire un piacevole effetto grafico “impressionistico”, soprattutto se il negativo è ingrandito su carta più contrastata che evidenzia la grana. Le pellicole a colori si dividono in due grandi categorie: quelle negative e quelle invertibili. Le pellicole negative sono utili se la fotografia è destinata ad essere stampata su carta. Consentono di stampare un numero praticamente illimitato di copie nei più svariati formati, e di realizzare quella elaborazione di camera oscura che è l’inquadratura, la ricerca di un particolare. L’ingrandimento a colori da negativo inoltre costa sensibilmente meno dello ingrandimento da originale invertibile, perché per avere risultati ottimali si ricorre al procedimento di stampa senza internegativo. Le pellicole invertibili danno i risultati più soddisfacenti se si considera la resa del colore. Sono destinate alla proiezione dopo essere state montate in telaini di cartone, plastica o metallo. Si chiamano diapositive, cioè “positive trasparenti”. Sono anche il documento originale più valido per le immagini destinate alla pubblicazione su libri e riviste e per varie operazioni di fotomontaggio e di elaborazione in camera oscura. Di quest’ultimo tipo esistono in commercio quelle per luce diurna (tipo A) e quelle per luce artificiale (tipo B), utilizzabili in condizioni di luce differenti da quelle indicate con gli appositi filtri di conversione consigliati dalla casa produttrice.

La ripresa: operazioni preliminari

Ora è giunto il momento di fotografare! Ma prendiamo in considerazione prima alcuni aspetti preliminari che il più delle volte sfuggono, ma che sono spesso incisivi sulla buona resa finale della foto, aspetto poco importante per le digitali (con le quali si può cancellare e rifare lo scatto) ma fondamentali nelle meccaniche (non conoscendo la resa, non possiamo tornare indietro).
Cominciamo con la messa a fuoco. Ricordarsi di considerare sempre come punto critico gli occhi del soggetto, soprattutto fotografando a tutta apertura di diaframma e con poca profondità di campo: in molte macchine reflex di buon livello, esistono stigmometri o zone a microprismi che ci aiutano in quest’operazione. È bene ricordarsi comunque che dopo questa messa a punto bisogna concentrarsi sull’inquadratura: non è detto che gli occhi debbano essere necessariamente al centro dell’immagine, ma è opportuno che lo siano solo nel momento della messa a fuoco. In esterno e in interno, attenti allo sfondo: presi da altri problemi, ci si può dimenticare che anche elementi del paesaggio assolutamente estranei alla nostra composizione vengono impressi sulla pellicola! Sviluppate quindi anche un certo spirito d’osservazione. Punto di focale importanza è l’angolo di ripresa: se si è alle prime armi è consigliabile tenere la macchina all’altezza degli occhi del soggetto per evitare spiacevoli sorprese. Fotografando a mano libera è bene potersi spostare con facilità e adottare un angolo di ripresa che non alteri il soggetto. (vedi box in basso). Fate molta attenzione anche all’esposizione: moltissime delle macchine reflex in commercio possiedono esposimetri incorporati, di varia natura, che ci aiutano tramite misurazioni elettroniche ad impostare una corretta esposizione; è bene in ogni caso non dimenticare di portare al centro del fotogramma il volto del soggetto da fotografare, e comunque di non rinunciare a “ritoccare” a proprio gusto i valori freddi dell’esposimetro. Un buon comportamento per il fotografo meticoloso che volesse razionalizzare questa esperienza: annotare tutto, confrontare con la pellicola dopo lo sviluppo e conservare poi le note e le critiche in una specie di diario. Per quanto riguarda il tempo di posa, evitare tempi troppo lunghi se non si dispone di un cavalletto o di un valido appoggio.

Suggerimenti per i più disattenti

La polvereè una grande nemica sia dell’ottica che della meccanica della fotocamera; la ditata sull’obiettivo non solo può creare un’immagine alonata o leggermente flou, ma può sciupare lo strato antiriflettente: un corredo semplicissimo per la pulizia è l’accessorio più utile per il fotografo che vuole una lunga vita per la sua camera ed è costituito da un soffiatore e da un pennello con morbidissimi peli di martora, da cartine dalla fibra delicatissima e da uno speciale detersivo (lens cleaner) da usare parsimoniosamente in caso di necessità. Non strofinare mai fazzoletti o le stesse cartine sull’obiettivo prima di aver soffiato via la polvere: si potrebbe scalfire il delicato strato antiriflettente applicato davanti a tutti gli obiettivi moderni. Manovrare il pennellino molto leggermente, quasi sfiorando l’obiettivo, e passare la cartina con mano leggerissima.

*Soggetto un pò basso

Abbassarsi un pò prima di scattare, ma senza esagerare.

*Primo piano

Evitare di ingrandire la fronte del soggetto riprendendolo dall’alto, e a non costruirgli una mandibola da pugile inquadrandolo dal basso.

*Ripresa dall’alto

Se troppo accentuata, deforma il soggetto falsandone le proporzioni.

*Ripresa dal basso

Se troppo accentuata, crea nel soggetto un effetto a piramide. La persona sembra un gigante.

I soggetti

Esistono diversi tipi di ritratto: formale, informale, posato, di gruppo, ognuno con elementi suoi distintivi e pregi/difetti da tenere in considerazione.
La foto di gruppo è senz’altro il ritratto più difficile. Bisogna cogliere il momento in cui ogni individuo è personaggio, esprime il vero aspetto della propria personalità; il luogo che unifica personalità diverse deve essere oggetto di attenta ricerca e deve avere nella composizione la massima cura da parte dell’autore. Fondamentale, soprattutto per chi è alle prime armi, cimentarsi con vari metodi di inquadratura, elaborando una sequenza dal sapore cinematografico: ma essendo la fotografia un’arte, non bisogna dimenticare l’importanza della libertà di esprimersi. Vediamo nel box qui sotto varie inquadrature:

*Il totale

L’ambiente nella sua totalità , compatibilmente con l’angolo di ripresa dell’obiettivo. Poco determinante nel ritratto.

*Il campo lungo

Soggetto abbondantemente circondato dall’ambiente, importante, e utile per dare informazioni sulla personalità del soggetto.

*Figura intera

Persona presa dalla testa ai piedi, con un po’ di “aria” per non costringerla fra i bordi del fotogramma.

*Piano americano

Figura tagliata press’a poco all’altezza delle ginocchia.

*Mezzo primo piano

Figura tagliata a metà  torace. Importante la posizione corretta delle braccia.

*Primo piano

Il taglio è ora all’altezza delle clavicole. Bilanciare gli spazi sopra e intorno al soggetto perché risulti armoniosa la composizione; lo sguardo, l’espressione, hanno un’importanza fondamentale.

*Primissimo piano

Il volto occupa interamente il fotogramma. Spesso è utile usare un filtro diffusore, il cross-screen o la solita calza di nylon. Attenzione ai particolari.

Per particolari, specialmente con macchine “non professionali”, sono le deformazioni di prospettiva, o l’eccessivo risalto di rughe o imperfezioni della pelle. Con una serie di inquadrature in atteggiamenti diversi e con “piani diversi” è più gradevole fare un vero e proprio racconto fotografico.
La spontaneità del soggetto è fondamentale per la buona riuscita di una foto-ritratto. È il fotografo che deve ricorrere a quei piccoli trucchi psicologici che impediscano al soggetto inquadrato di assumere pose innaturali che potrebbero risultare assolutamente antifotogeniche. Un bambino si sente rassicurato se ha accanto il giocattolo preferito o meglio un animale cui è affezionato. Infine, è un errore spesso compiuto quello di far togliere al soggetto gli occhiali: meglio cercare con pazienza un angolo per eliminare i riflessi piuttosto che “vuotare” l’espressione di un miope fotografandolo senza occhiali.
Si parlava prima di fotogenia: è difficile però darne una definizione soddisfacente. In generale, soggetti molto belli non sono altrettanto gradevoli in fotografia, e viceversa. Solo l’esperienza permette con il tempo di individuare i belli “poco fotogenici”.
A volte, un gesto rapido del capo, una mossa graziosa, un gesto abituale e inconscio, fissati con un tempo breve, mettono in risalto il carattere di un soggetto denotandone la spontaneità e accrescendo il “godimento” della fotografia, più di quanto possa fare la foto dello stesso soggetto in posa.

Ripresa in esterno

Per fotografare occorrono macchina fotografica, pellicole e… luce! La stessa foto con lo stesso soggetto può avere decine di sfumature diverse a seconda dei diversi tipi di luce; vediamo i principali:

*Sole di fronte al soggetto

Da sconsigliarsi: risultati piatti, perdita di rilievo, soggetto infastidito, ombra del fotografo nel campo di ripresa.

*Sole di fianco

La soluzione migliore, evita smorfie ed ombre indesiderate.

*Sole a picco

È da evitarsi, meglio le ore intermedie della giornata.

*Sole alle spalle

Il classico controluce: d’ effetti magnifici, ma non sempre di facile realizzazione, causa i notevoli contrasti di luce.

*Sole leggermente velato

Dà  in genere i risultati migliori.

Suggerimento utile: la condizione migliore, specialmente per i principianti, si trova in un ambiente con una buona luce diffusa (perfetto un cielo coperto da nuvole bianche); infatti, la luce diffusa disegna il volto “ammorbidendone” i tratti.
La correzione, a meno di un effetto voluto, della luce del sole sul volto è la prima preoccupazione del ritrattista: ottimi diffusori sono anche un muro bianco, la stessa neve o la stessa spiaggia, che però devono essere usati sapientemente. Un foto ricercata, può utilizzare anche un pannello di polistirolo bianco (cm 50×100), sufficiente per una buona correzione. In alcuni casi può tornare utile il flash (calcolando il giusto rapporto tra valore luce e numero guida del flash). Il controluce – che apparentemente potrebbe complicare i calcoli di esposizione – in realtà offre al ritrattista fantasioso un’infinita gamma di effetti spesso molto suggestivi, soprattutto se usati con garbo, gusto e moderazione. Nel ritratto in esterno è importante non dimenticare di tener conto della profondità di campo dell’obiettivo in rapporto alla chiusura del diaframma; se si vuole “staccare” il personaggio dallo sfondo si usa un diaframma molto aperto aumentando di conseguenza la velocità dell’otturatore. Se si vuole ottenere un effetto di maggior presenza dell’ambiente con i suoi particolari, si opererà in maniera inversa: diaframma chiuso e otturazione più lenta (entro i limiti dell’istantanea), se la camera è tenuta in mano, con possibilità anche di tempi più lunghi se la macchina è su cavalletto e il soggetto non si muove.
Si tenga anche presente che più è lungo il fuoco dell’obiettivo (per l’effetto prospettico di un angolo di ripresa più stretto), più lo “sfondo” tende ad apparire più vicino di quanto non avverrebbe con l’obiettivo normale o con il grandangolo.

Ripresa in interno

Tralasciando la “ripresa in studio”, poco interessante ai nostri fini (per informazioni e suggerimenti, contattare simone.gianolio @ virgilio.it), passiamo a consigli e suggerimenti per la ripresa in interno, spesso in grado di dare soddisfazione anche al dilettante che, non disponendo di una attrezzatura sofisticata, con spirito di osservazione, gusto, un po’ di pazienza e inventiva può ottenere notevoli risultati tecnici ed estetici.
Per ottenere un buon ritratto è necessario iniziare con lo studio attento della personalità del soggetto, delle sue abitudini, del suo stato d’animo, di tutto ciò che lo circonda e che valorizza i suoi gusti e le sue tendenze. La casa dà già un’indicazione abbastanza precisa di chi la abita: naturalmente in questa ambientazione dovrà essere ben disposto ogni elemento che la compone; soprattutto il taglio di luce principale dovrà rispettare quello naturale (luce dalla finestra). Per i particolari, un breve studio nella storia dell’arte per vedere come essi sono stati trattati dai grandi del passato, magari rifiutando in seguito completamente i loro canoni, puòcostituire un valido approccio.

Il trucco

Un trucco leggero, ben applicato, può migliorare notevolmente il risultato fotografico finale. Tralasciamo in questa sede suggerimenti per l’applicazione del trucco stesso, non sono certo il soggetto più adatto per darne… Vediamo invece qualche piccolo accorgimento da tenere a mente, soprattutto per i primi piani:

*Cipria

Se troppa, conferisce un aspetto opaco e piatto.

*Lucidità

Naso e zigomi lucidi aumentano la rotondità del volto.

*Imperfezioni

Imperfezioni e cicatrici devono essere corretti con il colore e con uno strato coprente.

*Fondotinta

Zone arrossate della pelle possono essere eliminate applicando un fondotinta più leggero, coprendo poi tutto il volto con uno strato leggero di fondotinta del colore dell’incarnato.

*Rosso in crema

Per vivacizzare una pelle olivastra stendere un po’ di rosso in crema per guance.

Con questo si può dire conclusa (almeno per ora) la lezione riguardante il ritratto.

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Fotografare il mare

Fotografare il mare

Soprattutto durante il periodo estivo, il mare è certamente uno dei luoghi di villeggiatura maggiormente affollati: ma delle milioni di persone che ogni giorno a luglio ed agosto prendono il sole sulla spiaggia, quanti hanno a portata di mano una macchina fotografica? Pochissimi, in genere i veri appassionati o i professionisti. Le famiglie al massimo portano con sé la vecchia macchina compatta quasi da buttare per fotografare qualche momento particolare con i propri bambini: non certo una reflex da centinaia di euro, che potrebbe bagnarsi o peggio ancora cadere nella sabbia, con l’unico risultato di doverla cestinare e di conseguenza cambiare…

Non v’è dubbio che il peso (in senso proprio di kili) della tecnologia e l’attenzione che richiede anche nei confronti di eventuali ladri certamente rischiano di trasformare una giornata di riposo in una giornata di stress. In realtà pochi accorgimenti, piccole cure ed attenzioni sono più che sufficienti per far tornare a casa sana e salva la nostra cara reflex (sia essa tradizionale che digitale): Continua a leggere Fotografare il mare

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Corso di fotografia

Corso di fotografia

Il fotografo è il solo mago autorizzato ufficialmente a fregiarsi di questo titolo. Tutti gli altri sono abusivi. Chi, infatti, meglio di colui che è munito di una macchina fotografica, per quanto semplice ed economica possa essere, ha un indiscusso potere sull’inerme soggetto che si appresta a ritrarre (=fotografare)? Iniziamo perciò questo mese, in concomitanza con il nuovo anno, un “corso di magia” dedicato soprattutto a chi ha poca conoscenza del mestiere, ma anche a chi, pur ritenendosi esperto, vuole approfondire ulteriormente la materia. Premettiamo subito che centro del nostro viaggio saranno le macchine meccaniche, le uniche oggi possedute praticamente dalla totalità  dell’utenza finale: ma con trucchi e accorgimenti, il tutto potrà essere applicato anche ad una buona macchina digitale. Ma non perdiamo altro tempo e cominciamo subito. Continua a leggere Corso di fotografia

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Fotografare le stagioni

Dove. Chi vive in montagna o in collina, nel periodo autunnale è fortunato, perché può trovare molti spunti artistici. L’Italia è ricca di luoghi boschivi, che in autunno si colorano in modo spettacolare. I colori cangianti delle foglie che contrastano col verde del muschio e del resto della vegetazione sempreverde. Anche viali alberati delle città e giardini pubblici possono regalare molti spunti interessanti. le tipologie del fogliame e le sfumature di colore in questo periodo dell’anno sono pressoché infinite.

Quando. L’alba rappresenta uno dei momenti migliori per scattare fotografie, sia in estate che in autunno. Naturalmente anche il tramonto riesce a creare l’atmosfera giusta, soprattutto in autunno, a causa delle luci e delle ombre create dagli elementi che si stagliano sul cielo colorato del crepuscolo, con il sole basso sull’orizzonte. Infatti il Sole, a pochi gradi di altezza sull’orizzonte fa in modo che le ombre siano molto lunghe, mettendo così in evidenza le caratteristiche del terreno, inoltre la luce acquista una tonalità molto calda che contribuisce ad esaltare l’atmosfera autunnale.

Saturare i colori. Per enfatizzare i colori bisogna sottoesporre leggermente durante la fase di ripresa e questo si può fare in diversi modi. Se la digicam permette il controllo manuale, si deve impostare un’apertura di diaframma più piccola rispetto alle indicazioni dell’esposimetro; se invece essa è completamente automatica, dopo aver letto l’esposizione sulla zona più chiara della scena o impostare il correttore fisso dell’esposizione sul valore di -1 EV. la sottoesposizione, oltre a rendere più piacevoli i colori, favorisce l’effetto silhouette dei soggetti in primo piano. In più la scelta di un valore di diaframma molto piccolo consente di aumentare la profondità di campo.

Accessori fondamentali. Per realizzare buone immagini autunnali è auspicabile possedere alcuni importanti accessori. Essendo le giornate molto più corte e meno luminose rispetto a quelle estive, è necessario in molti casi utilizzare un cavalletto, al fine di non rischiare dei mossi che rovinino l’immagine. Spesso gli alberi nei boschi sono talmente grandi da non entrare nell’inquadratura, in questi casi può essere molto utile un aggiuntivo ottico grandangolare che favorisce le fotografie anche dei paesaggi. Quando si va ad esplorare gli ambienti boschivi (ma non solo) è bene portarsi una scorta di batterie e pure di schede di memoria, così da evitare che sul più bello (a causa del freddo) le batterie ci abbandonino e/o finisca la memoria disponibile. Il freddo e l’umidità possono creare molti problemi alle vostre fotocamere: piccolissime infiltrazioni d’acqua possono danneggiare i delicati circuiti elettronici. E’ bene portare sempre appresso un panno asciutto.

La fotografia macro. Sono molti gli elementi del terreno o delle piante che possono rappresentare soggetti molto interessanti da riprendere. La fotografia macro offre la possibilità di riprendere molti oggetti in dettaglio, a patto che si sfrutti sapientemente la direzione della luce, che può essere quella naturale oppure quella di un flash elettronico.
Esempi di fotografia macro.

Il fotoritocco. L’elaborazione digitale delle fotografie è la chiave di successo per migliorare le immagini. In autunno la poca luce generalmente presente non facilita la ripresa dei pur tanti colori. A volte intervengono anche altri fattori climatici, come la pioggia, la foschia che di certo non aiutano il nostro compito. Fortunatamente alcuni ritocchi a livello di successiva elaborazione con i programmi opportuni possono donare nuovo splendore alle nostre foto. Tutti i programmi di fotoritocco permettono infatti il controllo della luminosità e del contrasto. Altri programmi, più completi, consentono di alterare anche la saturazione e il bilanciamento dei colori. Il fotoritocco si sta diffondendo sempre più grazie al maggior numero di computer in circolazione. Non è più appannaggio dei professionisti, perché bastano un computer, un programma di fotoritocco e un pò di pazienza. Naturalmente è consigliato anche un buono scanner.

La saturazione dei colori. Durante le operazioni che riguardano la saturazione e il bilanciamento dei colori bisogna porre molta attenzione, per evitare di ottenere l’effetto opposto e così rovinare le foto. Il metodo migliore è apportare minime modifiche ogni volta così da poter apprezzare il miglioramento.

La luminosità e il contrasto. Modificare, se necessario, il livello di luminosità e contrasto a piccoli passi non eccedendo, ricordando che c’è il rischio di perdere dei dettagli nella fotografia.  

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Il mondo delle WebCam astronomiche

Il mondo delle WebCam astronomiche

Indice rapido:


Introduzione. Le webcam si collegano facilmente al telescopio, svitando l’obiettivo delle stesse e usando un raccordo filettato del diametro di 31.8 mm (lo stesso diametro del porta oculari). Si possono riprendere immagini al fuoco diretto del telescopio o con la tecnica della proiezione dell’oculare (che produrrà  un’immagine certamente più ingrandita). In quest’ultimo caso è molto consigliato acquistare un apposito adattatore (tipo tele-extender).

Le WebCam Philips Vesta e Vesta Pro
sono state le prime e le più usate dagli astrofili per le riprese astronomiche. Cerchiamo di capire assieme il motivo di cotanto successo. Esse possiedono una serie di caratteristiche che le rendono particolarmente adatte a tale particolare applicazione. Tra le più importanti:

  • obiettivo svitabile che permette un semplice adattamento al porta-oculari del telescopio;
  • il modello Vesta Pro possiede un frame-rate (numero di fotogrammi al secondo) molto rapido (fino a 30 fotogrammi al secondo) che lo rende molto utile nella ripresa planetaria;
  • il sensore CCD della Sony ha una buona risoluzione ed un basso rumore;
  • in Internet sono facilmente reperibili driver aggiornati e software specializzati sia nella ripresa delle immagini che nella successiva elaborazione delle stesse.

Tuttavia queste webcam attualmente non sono più in produzione né in commercio, essendo state sostituite da altri modelli quali la Philips Toucam Pro, che comunque sono molto simili alle precedenti. La TouCam è stata definita, secondo la casa, di alto livello, grazie ad un sensore CCD in grado di lavorare anche a bassa luminosità e di riprendere immagini con risoluzione di un megapixel.

Una piccola webcam impiegata insieme ad un buon telescopio, può portare a risultati sorprendenti almeno sul Sistema Solare, in cui i migliori Astro Imagers hanno ottenuto immagini di alto livello, superando in molti casi, livelli di dettaglio precedentemente ottenuti con le normali (e costose..) camere CCD astronomiche. L’uso delle webcam per la ripresa del cielo profondo al contrario è limitata dal software di base che non consente di impostare tempi di posa sufficientemente lunghi per registrare la debole luce di questi oggetti. Inoltre anche allungando i tempi il rumore elettronico si rende evidente, mancando un sistema di raffreddamento del sensore. Esistono tuttavia software speciali che consentono di allungare i tempi di posa rispetto a quelli standard e così di sommare molte immagini dopo averle memorizzate sul disco fisso del computer.

L’ultima arrivata in casa Philips è la Toucam Pro II, di cui sono felice possessore, a partire dal 30 marzo 2005.

La seguente immagine rappresenta il mio primo mosaico lunare, realizzato sovrapponendo 5 immagini distinte ottenute sommando ognuna diversi frame. Non c’è stata alcuna particolare elaborazione né trattamento con programmi di fotoritocco. Le riprese sono state effettuate in condizioni di scarso seeing.

 

Mosaico terminatore

Data di ripresa: 21 maggio 2005. Località: Campoatino (FR). Telescopio: RIFRATTORE APOCROMATICO 25cm f/9

Altre singole immagini ottenute con la webcamdi seguito:

 

Montes Appenninus sul terminatore

Data di ripresa: 16/04/2005. Località: Frosinone. Telescopio: RIFRATTORE ACROMATICO 12cm f/8.3

 

Crateri Tycho + Maginus

Data di ripresa: 26/08/2005. Località: Campocatino (FR). Telescopio: RIFRATTORE APOCROMATICO 25cm f/9

 

Crateri Alphonsus – Arzachel – Purbach – Regiomontanus

Data di ripresa: 26/08/2005. Località: Campocatino (FR). Telescopio: RIFRATTORE APOCROMATICO 25cm f/9

Ed ecco arrivare il mio secondo mosaico lunare. Precisamente èsoltanto la prima parte di tutto il terminatore ripreso. La seconda parte verrà pubblicata a breve, non appena avrò finito di elaborare i relativi filmati. Il mosaico attualmente è formato da ben 10 singole immagini, ognuna risultato della somma di 150 frames.

Mosaico terminatore

Data di ripresa: 26 agosto 2005. Località: Campocatino (FR). Telescopio RIFRATTORE APOCROMATICO25cm f/9