Fotografare il mare
Soprattutto durante il periodo estivo, il mare è certamente uno dei luoghi di villeggiatura maggiormente affollati: ma delle milioni di persone che ogni giorno a luglio ed agosto prendono il sole sulla spiaggia, quanti hanno a portata di mano una macchina fotografica? Pochissimi, in genere i veri appassionati o i professionisti. Le famiglie al massimo portano con sé la vecchia macchina compatta quasi da buttare per fotografare qualche momento particolare con i propri bambini: non certo una reflex da centinaia di euro, che potrebbe bagnarsi o peggio ancora cadere nella sabbia, con l’unico risultato di doverla cestinare e di conseguenza cambiare…
Non v’è dubbio che il peso (in senso proprio di kili) della tecnologia e l’attenzione che richiede anche nei confronti di eventuali ladri certamente rischiano di trasformare una giornata di riposo in una giornata di stress. In realtà pochi accorgimenti, piccole cure ed attenzioni sono più che sufficienti per far tornare a casa sana e salva la nostra cara reflex (sia essa tradizionale che digitale):
1. La prima regola è: portate solo ciò che vi entra in tasca!!! Borse piene di attrezzatura, oltre ad esporvi all’occhio indiscreto di chi va al mare per arricchirsi, sono pesanti da portare e difficili da gestire: meglio perdere un paio di pezzi che dover cambiare l’intera attrezzatura.
2. Il secondo consiglio: evitate il più possibile di cambiare obiettivi e quant’altro in spiaggia; un minimo granello di sabbia o una piccola particella d’acqua che dovessero entrare nell’ottica della macchina, e addio!!!
3. Borse rigide sono perfette in spiaggia in quanto proteggono l’attrezzatura dagli indumenti umidi e sporchi, dalle pallonate e dalle cadute accidentali. È buona norma tenervi all’interno sacchettini antiumidità (si trovano facilmente in commercio) che in ambiente marino raggiunge spesso valori molto elevati.
4. Contro l’acqua il miglior rimedio lo possiamo trovare già in casa: il buon caro sacchetto di plastica; il cuki, per le sue dimensioni è indicato per la costruzione di un involucro di salvataggio che permetta l’uso della macchina anche a pelo d’acqua. Fate attenzione a chiuderlo perfettamente (senza ostruire i comandi) ma ricordatevi di provvedere a sistemare un oblò in corrispondenza dell’obiettivo chiuso magari da un filtro UV per la necessaria correzione dell’ottica. Certamente, anche a poche decine di euro, vi sono prodotti specifici, come particolari custodie, per la salvaguardia del nostro attrezzo, che rappresentano l’optimum per lo scopo che si vuole raggiungere, ma che sono più utili ai distratti e ai semplici amatori che poco interesse hanno in questo campo ma che cercano tuttavia di darsi un tono…
5. Contro la sabbia il consiglio è il medesimo: se però pensate di andare in giro per la spiaggia alla ricerca di qualche immagine particolare da immortalare, ricordatevi di tenere la macchina a tracolla e non a mo’ di borsetta, in quanto la sabbia alzata dai piedi mentre si cammina, soprattutto dalle altre persone, finisce quasi sempre proprio ai lati del corpo. Tenerla chiusa sarebbe ovviamente meglio, ma più tempo si perde a “montare†l’attrezzatura meno possibilità avrete per cogliere particolari istantanee. Inoltre ogni granello ed ogni schizzo d’acqua vanno subito tolti: camminando potrebbero scivolare sul corpo macchina ed insinuarsi dove non è più possibile intervenire.
6. Per quanto riguarda l’obiettivo, due indicazioni fondamentali: utilizzate i filtri, anche il semplice UV. Questi non solo vi permetteranno di ottenere foto con particolari effetti ma proteggeranno l’obiettivo anche dagli schizzi di sabbia (è molto più facile pulire il filtro che l’ottica dell’obiettivo e inoltre costano generalmente di meno). Chiudete sempre l’obiettivo con il coperchio in dotazione: questo rappresenta inoltre la prima protezione contro i raggi solari, che potrebbero danneggiare seriamente l’ottica interna dell’obiettivo stesso ma soprattutto della macchina fotografica.
I temi principali
Fotografare al mare significa valorizzare le immagini descrivendo tutti gli elementi naturali che caratterizzano le infinite variabili del paesaggio marino. L’ispirazione per ritrarne i mille aspetti non manca mai.
Nel fotografare in dettaglio i primi piani dei cespugli, dei fiori, delle essenze della duna e della macchia ovviamente il mare deve essere sempre presente, anche come una semplice segno azzurro sfocato sullo sfondo. Nel caso di primi piani ricchi di dettagli o intensi di colore, un po’ di chiarore del flash contribuisce notevolmente a rendere il soggetto più smagliante; la ricerca del dettaglio, in questi casi, può rivelare aspetti curiosi e interessanti: il litorale costellato di “relitti†dopo una tempesta costituisce un micropaesaggio istantaneo che oltre a potersi verificare in qualsiasi momento dell’anno, se ben fotografato è in grado di conferire alla foto un alone di surrealità davvero suggestivo.
Il clima e gli eventi atmosferici sono elementi assai importanti nella fotografia dell’ambiente marino. Con le nuvole è possibile programmare la realizzazione tenendo conto delle varie ore del giorno, dall’alba al tramonto, delle diverse stagioni, e sapendo cogliere la giornata più adatta secondo le condizioni meteorologiche della regione interessata. Infatti, le condizioni sono diverse in base alla direzione del vento, alla pressione atmosferica alta o bassa o durante un periodo ciclonico: noi saremmo ben coperti, ma non l’attrezzatura fotografica. La cura principale sarà quella di esporla il minor tempo possibile e trasportarla ben protetta in borse o astucci.
In certe giornate fredde, ventose, dopo un periodo di tempeste, spesso la visibilità è eccezionale e in zone dove la costiera è ricca di strapiombi, di promontori, di isolotti, è possibile vedere ciò che nelle giornate normali non appare perché offuscato dal velo atmosferico: i migliori punti di ripresa, a causa della rarità di queste condizioni nel corso dell’anno, dovranno essere previsti durante precedenti ricognizioni. Soprattutto in queste condizioni sono indispensabili i filtri: diamo qui una tabella con le indicazioni per i maggiori filtri, ricordando sempre di far seguire alla fotografia con filtro una fotografia con identico soggetto senza filtro.
Filtro | Effetto | Consigli |
Giallo medio | Per scurire il cielo e contrastare la presenza di nuvole | Molto utile nella fotografia in bianco e nero |
Arancio | Per contrastare l’ambiente nelle giornate con cielo molto coperto o burrascoso e per ottenere effetti drammatici | Molto utile nella fotografia in bianco e nero |
Rosso | Per esaltare ancor più i contrasti e creare effetti notturni | Molto utile nella fotografia in bianco e nero |
Skylight | Attenua (soprattutto al mare) il blu dominante nelle giornate con cielo sereno | |
Ultravioletto | Attenua (soprattutto al mare) il blu dominante nelle giornate con cielo sereno | |
Polarizzatore | Modifica sostanzialmente la resa del blu del cielo o del mare a seconda di come si trovi rispetto al sole al momento dell’inquadratura | Guardare attraverso di esso facendolo ruotare per notare in quale direzione è più efficace |
Colorati di compensazione cc.y, cc.r, cc.m | Devono essere usati con parsimonia. Il più pratico è il magenta 0,5 + giallo 0,5 con cui si ottiene l’effetto di “saldare†un tono generale “freddo†di certi paesaggi azzurrognoli | Sempre di gradazione molto tenue, CC 0,5 o L. Con gradazione più elevata creano effetti voluti di accentuazione delle dominanti: raramente però ottengono effetti di buon gusto |
Colorati creativi cross-screen | Ottengono l’effetto di luce raggiata in corrispondenza di punti luminosi. Se colorato può fornire particolari effetti di controluce | Molto suggestivo è lo scintillio del riflesso del sole sull’acqua lievemente increspata dal vento |
Al termine della giornata, è bene dedicarsi alla pulizia approfondita di tutta l’attrezzatura utilizzata. A questo proposito ricordiamo che è buona norma far precedere ogni operazione di strofinamento (che va comunque eseguita molto delicatamente con carta e panno adatti) da una spolveratura con spruzzatore, peretta o pennellino morbido per eliminare residui solidi, anche non visibili ad occhio nudo, che potrebbero essere fortemente abrasivi e danneggiare irreparabilmente la resa dell’obiettivo.
Ultimi consigli: normalmente a causa del forte illuminamento, si usano per pigrizia diaframmi molto chiusi (f16, f22) e questo costringe l’obiettivo a lavorare nella zona delle caratteristiche peggiori, mentre sarebbe molto più facile con la semplice variazione dei tempi di posa, riportare il diaframma su valori ottimali (f8, f11); la luce del sole potrebbe essere velata con una garza, o con una leggera tela bianca, o con un foglio di carta da lucido, per ammorbidire le ombre e meglio diffondere la luce. Un riflesso di carta argentata o un flash potrebbero convenientemente dare un discreto taglio di controluce.
Ben lungi dal pensare di aver trattato in maniera anche minimamente esauriente questo argomento, credo di poter chiudere così questa lezione: le forme di vita sono estremamente complesse e varie per essere discusse in poche righe, mentre la fotografia in e di condizioni particolari, come sport acquatici, subacquea e quant’altro, non può essere trattata senza un minimo di esperienza diretta. Proprio l’esperienza personale di ognuno di voi è troppo importante per essere sottovalutata: questi sono consigli di base che vanno ovviamente ampliati, studiati, sperimentati di volta in volta.
La lezione di uno specialista
Una volta che si sa fotografare a terra fotografare in mare non è particolarmente difficile, basta ricordarsi di alcuni “trucchetti†ben noti ai 200-300 professionisti che vivono spostandosi da un oceano all’altro per fotografare regate veliche e gare offshore.
Uno dei primi comandamenti di chi vuole fotografare barche o altri soggetti marini da bordo di altre imbarcazioni è quello di non scattare mai a meno di 1/500 specialmente con obiettivi a focale lunga. A meno che non ci sia una “calma piatta†il movimento del mare unito al rollio di bordo rischia di far risultare “mossa†la fotografia. Sempre a causa della mobilità , sia dell’elemento in cui ci si trova, bisogna sempre tenere d’occhi l’orizzonte che, come per l’appunto dice il nome,deve rimanere per quanto possibile orizzontale. Un orizzonte leggermente inclinato talvolta però aumentare la drammaticità di un’inquadratura. Un orizzonte storto farà solo venire il mal di testa a chi dovrà guardare la foto sia proiettata che sull’album di famiglia.
La scelta dell’obiettivo dipende dal risultato che si vuole ottenere. Se stando a bordo bisogna fotografare situazioni di bordo è imperativo un grandangolare dai 24 ai 35 mm, a seconda delle dimensioni della barca. Per fotografare una barca da un’altra barca è molto comodo uno zoom da 80-200, in quanto non sempre si potrà essere sicuri della distanza da cui poter scattare.
Se c’è foschia fate molta attenzione perché, a meno di non avvicinarsi molto a soggetto, i risultati possono essere disastrosi. In questi casi è sempre meglio optare per un controluce di sicuro effetto. Fate anche attenzione, quando il vostro soggetto è una barca a vela, se c’è bonaccia. L’inquadratura deve essere molto attenta e bisogna cercare di contrastare l’effetto statico e deprimente di vele sgonfie e del mezzo immobile valorizzando i riflessi della barca nell’acqua oppure concentrandosi con riprese ravvicinate dell’equipaggio in manovra.
Riccardo Villarosa (© 1985)